Adàutto è un contabile mansueto, insicuro e deferente, che difficilmente resta impresso nella memoria di chi lo incontra. Nella galleria d’arte in cui lavora, la sua principale mansione consiste nel catalogare contributi organici per una futura opera di Gustav Ulrich, l’arrogante autore del Pesce del Tempo, scultura pensile fatta di unghie da cui Adàutto è ossessionato. Diviso fra l’ossequiosa lealtà verso il suo capo e il sogno di rivalsa, improvvisamente il contabile si trova a un bivio. Ma per quanto cerchi finalmente di agire, si trova sballottato in un turbinio di personaggi carismatici e caricaturali, di artisti e di folli, ognuno con le proprie peculiari ossessioni.
Yael Artom
Nata a Gerusalemme nel 1979,
ha vissuto fra
l’Italia e Israele per vari anni.
Ha studiato letteratura inglese
all’Università Ebraica
di Gerusalemme conseguendo
un master, ha insegnato scrittura
accademica, fatto la lettrice
per una casa editrice e lavorato
presso una ONG che opera
nel campo dell’educazione
e della convivenza pacifica.
Attualmente vive a Genova
e insegna letteratura inglese
presso una scuola
internazionale.
Lucia Compagnino, Il Secolo XIX, 30/01/2023
«Amo Genova, ha carattere, L'arte qui filtra dappertutto»
Luciana Grillo, L'Adigetto.it, 26/10/2022
Storie di donne, letteratura di genere
Livio Partiti, Il posto delle parole, 29/07/2022
Yael Artom, “Il pesce del tempo”

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