A 42 anni Ogarëv si è già reinventato innumerevoli volte. Ragazzino infelice della periferia operaia tardosovietica, lettore vorace, statuario sollevatore di pesi, soldato insofferente, medico brillante, marito venerato. Tutto ciò senza mai sentirsi pienamente vivo. Quando però, in un giorno d’ottobre, è Malja ad accomodarsi sulla poltrona delle visite, sotto le sue mani per la prima volta non ci sono né linfonodi né articolazioni, ma una donna, un incantesimo, la libertà. E mentre Mosca, sempre più prepotente e venale, scappa via dall’Europa, Ogarëv impara a essere e basta, senza etichette o cittadinanza, a lasciare che sia qualcun altro a indicargli la cura: la Toscana, la vernaccia, le ciliegie, la misteriosa baklevà. Dall’autrice delle Donne di Lazar’, una mappa sconfinata per addentrarsi in quarant’anni di storia russa e riemergere in un inedito presente italiano, un viaggio per scoprire che, seppure abbandonarsi all’amore è tanto complicato quanto sperimentarne l’assenza, non c’è altra via possibile per conoscere il mondo.
Marina Stepnova
Con la sua lingua elegante
che attinge con maestria
da un’ampia gamma di registri,
e la capacità di alternare tocchi
lirici e tagliente ironia, è tra i più interessanti
scrittori russi contemporanei.
Autrice di tre romanzi,
con Le donne di Lazar’ (2012)
si è classificata terza al più
prestigioso premio letterario
russo – il Bol’šaja kniga –
ed è stata finalista ai premi
Russkij Booker, Nacional’nyj
bestseller e Jasnaja Poljana,
solo per citare i più importanti.
Il libro ha ottenuto un ampio
consenso di critica, è stato
tradotto in 24 lingue
e pubblicato in tutto il mondo,
dall’Europa all’India e ai Paesi
arabi. Marina Stepnova vive a
Mosca con il marito e la figlia
piccola, con i quali è spesso
anche nella sua casa in Toscana,
terra da lei molto amata.
Attualmente sta lavorando al suo
quarto romanzo.
Elena Stancanelli, D di Repubblica, 11/07/2020
Vivere davvero, non solo volerlo
Edoardo Zambelli, Satisfiction, 31/07/2020
Recensione
Antonio Pagliuso, recensionilibri.org, 26/07/2020
Recensione

Marina Stepnova
Le donne di Lazar’

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Filio non è a casa

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