Città di frontiera, caravanserraglio di popoli e culture, l’Odessa che stregò Aleksandr Puškin e Mark Twain rivive nei Cinque di Vladimir Jabotinsky in un sorprendente affresco d’inizio ’900 ricco di contaminazioni. Il narratore ‒ un giovane giornalista ebreo “russificato” ‒ compie un nostalgico viaggio immaginario nel luogo della sua giovinezza, la vivace città portuale sulle coste del Mar Nero. Attraverso la storia della famiglia Mil’grom, emblema della borghesia ebraica, e le vicende dei suoi cinque figli ‒ Marusja, Marko, Lika, Serëža e Torik – viene raccontato il destino e il mondo perduto degli ebrei odessiti in tutto il suo colore e la sua vitalità, tra vulnerabilità storica ed eterno ottimismo.
Vladimir Jabotinsky
Vladimir Ze’ev Jabotinsky (Odessa 1880-New York 1940), fondatore del sionismo revisionista, creatore della Legione ebraica e padre spirituale della destra israeliana, è stato uno degli intellettuali più affascinanti e controversi dell’ebraismo del XX secolo. Personaggio al contempo cinico e visionario, la sua attività politica si intreccia sin dagli esordi a quella letteraria. Odessita di nascita, russo per cultura e italiano d’elezione, Jabotinbsky è infatti autore di numerosi feuilleton, poemi, racconti di genere e di due romanzi, Sansone il Nazareno del 1925 e I cinque del 1936, tradotto per la prima volta in italiano.
Giovanni Longoni, Libero, 22/12/2023
Scheda
Sara Cabitta, MangiaLibri, 10/10/2018
Scheda
Giovanni Leti, LuciaLibri, 21/06/2018
Jabotinsky, la famiglia disintegrata in un mondo al tramonto