“L’avvenire sarà preistorico.”
Una giovane scrittrice accetta di andare a presentare i suoi libri a un festival letterario nel sud della Francia, dove incontra una serie di bizzarri personaggi. L’atmosfera vagamente inquietante del paese si coagula soprattutto attorno a Vincent Charnot, il sindaco, che si rivela una sorta di guru, un visionario intenzionato a lasciare un segno alla posterità dedicandosi a progetti culturali trasgressivi. A questo scopo offre alla scrittrice un incarico a dir poco strano: redigere la “biografia” di una specie estinta da secoli, l’uro, l’animale preistorico che aveva affascinato persino i nazisti, al punto da spingerli a tentare di riportarlo in vita. Convinta dall’abile e carismatico sindaco e dagli esemplari di uro che le è stato permesso di vedere in segreto, la donna inizia a scrivere, trovandosi ben presto coinvolta in una cospirazione che si tinge sempre più di nero.
Stéphanie Hochet
Nata a Parigi nel 1975, ha esordito
nel 2001. Autrice di undici
romanzi e un saggio letterario,
ha ricevuto il Prix Lilas (2009),
il Thyde Monnier de la Société
des Gens de Lettres (2010), e più
di recente, nel 2017, il Prix
Printemps du roman. Ha curato
una rubrica per “Le Magazine
des Livres” e collaborato con
“Libération”. Attualmente scrive
per il settimanale “Le Jeudi”.
Enzo D'Andrea, MeLoLeggo, 04/12/2019
Recensione
, La Provincia di Cremona, 09/10/2019
Hochet “Sui temi ecologisti non si abbassi la guardia”
Angelo Di Liberto (I consigli di Billy), La Repubblica Palermo, 27/02/2020
Il dominatore delle folle e la sua prigioniera
Margherita Ingoglia, LuciaLibri, 22/02/2020
Hochet? Giasone e Medea a caccia del vello dell’uro
Linda Rando, modus legendi, 01/02/2020
Voland ci parla de “Il testamento dell’uro”!
Angelo Di Liberto, modus legendi, 31/01/2020
Scheda
Marcella Rizzo, Sul Romanzo, 25/10/2019
Tra Kafka e Stephen King.
Giulia Annibale, MangiaLibri, 10/10/2019
Scheda
Sara Pizzale, Modulazioni temporali, 14/09/2019
Recensione

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