In modo discreto ma prepotente, misterioso e affascinante, il gatto occupa intere pagine della letteratura mondiale. La sua complessa personalità gli permette di interpretare il ruolo del despota, dell’amante, del complice, del dio. Vive nelle nostre case, ci prendiamo cura di lui, eppure rimane per noi un eterno enigma, un punto interrogativo a quattro zampe. Stéphanie Hochet, attraverso le parole di grandi autori come Natsume Sōseki, Colette o Amélie Nothomb, ci svela gli infiniti volti di questo animale flessibile per definizione e la sua capacità di restituire il lato nascosto dell’uomo, la sua parte in ombra. E cosa più di un gatto assomiglia a un’ombra?
Stéphanie Hochet
Nata a Parigi nel 1975, ha esordito
nel 2001. Autrice di undici
romanzi e un saggio letterario,
ha ricevuto il Prix Lilas (2009),
il Thyde Monnier de la Société
des Gens de Lettres (2010), e più
di recente, nel 2017, il Prix
Printemps du roman. Ha curato
una rubrica per “Le Magazine
des Livres” e collaborato con
“Libération”. Attualmente scrive
per il settimanale “Le Jeudi”.
Massimiliano Jattoni Dall'Asén, Io Donna, 04/04/2016
Un miao tra le pagine. Quando i gatti diventano letteratura

Stéphanie Hochet
Sangue nero

Amélie Nothomb
Pétronille

Stéphanie Hochet
Pacifico

Stéphanie Hochet
Il testamento dell’uro

Stéphanie Hochet
Un romanzo inglese

Berta Bojetu
Filio non è a casa

Anna Kańtoch
La primavera degli scomparsi

Anna Baar
Il colore della melagrana

Gemma Ruiz Palà
da Wenling

Ioana Pârvulescu
Dove i cani abbaiano in tre lingue

Maylis Besserie
I dispersi amori
