Orlanda
traduzione di Chiara Manfrinato
Seduta a una brasserie della Gare du Nord, Aline
Berger aspetta il treno che la riporterà a casa, dopo qualche giorno di
ricerche in biblioteca a Parigi. Aline insegna letteratura all’università di
Bruxelles, e nell’attesa legge Orlando di Virginia Woolf senza grande passione e coinvolgimento. A un tratto l’impossibile si compie: la metà ribelle dell’assennata anima di Aline la abbandona per incarnarsi nel bel giovane seduto al tavolino accanto, Lucien Lefrène, che una voce narrante caustica e pungente ribattezza Orlanda, in omaggio appunto alla Woolf. Il distacco produce una ferita che si risanerà solo
quando l’unità originaria, come nel mito platonico dell’androgino, verrà
ricomposta.
Ironico e affascinante, costruito su riferimenti colti e su
avventure erotico-galanti, il romanzo gioca con un desiderio diffuso. Chi non
ha mai voluto anche solo per un momento cambiare sesso?